Le spese militari e le banalità di Gino Strada


Ennesimo attacco mediatico di Gino Strada contro le spese militari del Governo italiano. Le ritiene responsabili per le atrocità della guerra e rivendica l’operato della sua Emergency che potrebbe utilizzare parte di quei fondi per continuare a costruire ospedali e cliniche in zone ‘ostili’.

Nel suo recente articolo ‘La Banalità del Bene di Gino Strada’ pubblicato online da ‘Il Male’ scrive: “E che cosa sarebbe successo, invece, se i soldi che ci hanno rubato per fare la guerra fossero stati investiti in ospedali, scuole, strade, posti di lavoro? Forse avrebbero portato, questa volta per davvero, la pace, la democrazia, i diritti.”

La spesa militare può essere ridotta ma non eliminata. Da lungo tempo è innescato un sistema globale in cui il budget per la Difesa è divenuta priorità indiscussa per ogni Stato, anche per quelli che sono neutrali e contrari alla guerra. Viviamo in un Mondo in cui le armi sono necessarie, perché l’uomo ha sempre combattuto e continuerà a farlo. Non è stata la clava o la pietra appuntita a spingere l’essere umano a combattere, ma la sua indole a difendere il proprio territorio e ad estenderlo. Le armi si sono evolute di pari passo con il miglioramento del tenore di vita: più si possiede più aumenta il desiderio di proteggere ciò che si ha, aumentando così anche il desiderio di assicurarsi più risorse, più ‘carburante’ per quel sistema che alimenta il benessere, a volte molto egoistico, dell’essere umano. Un benessere sinonimo oramai di economia, quest’ultima ritenuta così importante da prevalere sull’umanità stessa.

Non sono le spese militari a impedire la pace, la democrazia, i diritti. Anch’esse servono a finanziare direttamente e di riflesso ospedali, scuole, strade e posti di lavoro.

Quante strade sono state costruite in Afghanistan, molte delle quale per favorire il trasporto dei rifornimenti NATO? E ospedali militari e civili? E quanti aeroporti? E le scuole, esistono anche le Accademie militari in Italia. E posti di lavoro? Molti, dagli operai che assemblano pezzi metallici ad ingegneri che progettano oggetti di ogni genere, a medici che curano i feriti, a traduttori, ristoratori ecc. ecc.

Le armi sono solo degli oggetti (pericolosi come molti altri). Non è il cacciabombardiere in sé a provocare la morte di uomini donne e bambini, e neanche il pilota che esegue l’ordine di sganciare le devastanti bombe GBU-31, e non è responsabile neanche il Generale che comanda l’operazione.

E’ il circolo vizioso del potere economico accecato dall’ottenere il massimo utile con il minimo sforzo, a rendere l’essere umano capace di falsificare la realtà, di mentire e di utilizzare qualsiasi mezzo pur di ottenere l’obiettivo prestabilito, perché il fine giustifica i mezzi.

Ciò che alimenta e provoca la guerra è sostanzialmente l’ipocrisia dell’essere umano.

La pace, la democrazia, i diritti umani sono valori indispensabili che non si comprano con una manovra finanziaria ma si costruiscono con la fiducia, la trasparenza e con l’onestà tra individui e quindi tra popoli, altrimenti rimangono quello che sono oggi: una merce con un prezzo di scambio molto alto che pochi possono permettersi di acquistare e illudersi di possederla.

Kash Gabriele Torsello

Comments
3 Responses to “Le spese militari e le banalità di Gino Strada”
  1. Reblogged this on © Kash Gabriele Torsello and commented:

    “EMERGENCY L’associazione umanitaria fondata nel 1994 da Gino Strada “per portare aiuto alle vittime civili delle guerre”, ha sviluppato importanti progetti con il Gruppo BPER (Banca Popolare dell’Emilia Romagna). Tra questi spiccano le carte di credito solidali Emergency Card e Bpercard Emergency, ampiamente pubblicizzate sul sito di Emergency.
    Il Gruppo BPER offre da tempo servizi al COMMERCIO LEGALE DI ARMI…”
    http://www.unimondo.org/Notizie/Due-aprile-pacifisti-in-piazza-col-conto-armato

  2. Pasquale says:

    Se la banca è determinante per salvare vite umane, per la costruzione e l’avviamento di un ospedale, credo allora che il ragionamento di banca armata o non, non regge specie se dall’altra parte della bilancia mettiamo vite umane e DIRITTI.
    Tra questi diritti, uno inalienabile: offrire assistenza sanitaria gratuita e di elevata qualità a tutte le vittime civili delle guerre, per la maggior parte donne e bambini.
    Promuovere una cultura di pace, credo significhi prospettare un’alternativa a queste spese, proprio come Gino Strada ha proposto nel virgolettato, lavorando inoltre, insieme a tanti altri volontari, sostenitori e personale medico, a ricucire, nel vero senso della parola, brandelli di carne, effetti collaterali di chi in quei posti costruisce strade (come lei afferma)…tutto questo mentre lei è davanti al suo pc a scrive queste…cose.

    • Caro Pasquale, nel mio articolo/critica intendo solo puntualizzare che la ‘Pace’ non si ottiene deviando i fondi e/o manovre finanziare da un canale all’altro. La Pace non si acquista con i soldi ma con rapporti umani sinceri, altrimenti si cade nella logica delle radici di tutti i conflitti: interessi economici.

      Riguardo alla sua conclusione “…tutto questo mentre lei è davanti al suo pc a scrive queste…cose.” la informo che non passo il tempo solo davanti al pc. Per 17 anni ho lavorato in quei luoghi a documentare le atrocità a cui lei fa riferimento, e per sua conoscenza la informo che ero presente anche nell’ospedale di Emergency a Lashkar Gah, in Afghanistan, ma mi fu negato il permesso di documentare gli ‘effetti collaterali’ che menziona.

      Saluti

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